NOSTOS
Nostos apre un dialogo diretto tra l’azione dell’artista e la risposta della terra che diviene opera in un vero e proprio corpo a corpo. È un viaggio rituale e simbolico che Matteo compie attraverso una danza, un dialogo di voci antiche che la terra sa accogliere. È una preghiera del corpo in cerca del suo habitat: “l’opera nasce dall’abitare una porzione di terra nella quale intraprendo un cammino verso un’origine nostalgica. Così la terra si fa vaso nel preparasi ad accogliermi in grembo ad ogni passo che affonda” .
La terra come casa, luogo perduto, il vaso come nido e ventre materno. Tema ancestrale e attuale allo stesso tempo.
Al gesto poetico e intimo di Matteo, la terra risponde ad alta voce: la natura, gli equilibri, le dimore vuote e le voci che dimora non trovano, tutto esplode nella superficie della creta, stappandosi, contorcendosi e crepandosi come puro riflesso di un dialogo che si fa testimone del rito. La voce della terra parla forte, basta fermarsi e ascoltarla.
Ana Hillar